Intrigo by Clive Cussler

autore:Clive Cussler
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2015-05-03T22:00:00+00:00

28

«Proprio così, signor Bell. Avete colto nel segno. Ma la possibilità che esista uno che lavora per conto proprio solleva un altro quesito.» Il viso rotondo di Abbington-Westlake s'illuminò di sollievo per aver incuriosito l'investigatore al punto da permettergli di andarsene. «Al servizio di chi lavora?»

«È normale che nello spionaggio utilizzi un libero professionista?» chiese Bell.

«Si impiegano tutte le risorse disponibili.»

«Voi avete mai lavorato da solo?»

Abbington-Westlake fece un sorriso sprezzante. «La Royal Navy ingaggia i liberi professionisti. Noi non lavoriamo per loro.»

«Intendo voi personalmente... quando avete bisogno di soldi.»

«Io lavoro per la marina di Sua Maestà. Non sono un mercenario.» Si alzò. «E ora, signor Bell, se volete scusarmi, credo di aver pagato la vostra fotografia con ugual moneta. D'accordo?»

«D'accordo», disse Bell.

«Buona giornata, signore.»

«Comandante. Prima che ve ne andiate...»

«Che cosa c'è?»

«Ho trattato con voi nella mia veste di investigatore privato. Ma, come americano, desidero avvertirvi che se mai vi vedrò di nuovo fotografare l'arsenale di Brooklyn o qualsiasi altro arsenale del mio paese o lo verrò a sapere, getterò la vostra macchina fotografica giù dal ponte e voi subito dopo.»

Isaac Bell salì di corsa nell'ufficio della Van Dorn. Quel grosso caso stava diventando sempre più grosso e più vasto. Se Abbington-Westlake diceva la verità, e lui ne era convinto, allora Yamamoto Kenta non era il capo della rete di spie che metteva in pericolo lo Scafo 44, ma soltanto uno dei suoi tanti agenti. Come il tedesco e il sicario prezzolato Weeks e chiunque avesse gettato il giovane esperto di sistemi di puntamento giù dal dirupo. Chi lavorava per conto proprio? E per chi lo faceva?

Bell sapeva di essere a un bivio. Doveva decidere se arrestare Yamamoto e strappargli tutte le informazioni possibili o continuare a pedinarlo, nella speranza che la spia giapponese li conducesse a qualcuno più in alto in quella catena di inganni. Attendere era rischioso. Quanto ci avrebbe messo un professionista esperto come Yamamoto a sentire odore di pedinatori e a nascondersi?

Mentre Bell entrava a grandi passi nella stanza sul retro, l'uomo ai telefoni disse: «È qui, signore, è appena entrato» e gli porse l'apparecchio. «Il capo.»

«Dove?»

«Da Washington.»

«Yamamoto è appena salito sul treno per New York», disse Van Dorn senza preamboli, «sta venendo da voi.»

«Solo?»

«No, se conti tre dei nostri uomini nello stesso vagone. E altri che sorvegliano ogni stazione dove si ferma il Congressional Limited.»

«Andrò a sorvegliare il traghetto della ferrovia per vedere chi deve incontrare.»

Yamamoto Kenta poteva scegliere fra tre diversi traghetti della Pennsylvania Railroad per attraversare il fiume dal terminal dell'Exchange Place, in New Jersey, e arrivare a Manhattan. Dopo essere sceso dal Congressional Limited sotto l'enorme tettoia con il soffitto di vetro, poteva prendere un battello per la 23rd Street, un altro per Desbrosses Street vicino al Greenwich Village oppure un altro ancora che lo avrebbe portato giù in centro, a Cortland Street. C'era anche un battello per Brooklyn e un altro che risaliva l'East River fino al Bronx. La scelta del traghetto dipendeva dal comportamento degli agenti della Van Dorn che lo seguivano.

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